Antonio è una grande scoperta del 2021. L’ho conosciuto dal vivo solo a Rimini al Search Marketing Connect ma ci ho parlato spesso durante lo scorso anno.
Grande conoscitore della materia, non si tira mai indietro quando c’è da confrontarsi con i colleghi e dispensa sempre consigli molto centrati!
Ha due blog assolutamente da seguire
Scopriamolo in questa intervista
Prima qualche domanda personale
Nome e Cognome (presentati brevemente)
Mi chiamo Antonio Mattiacci, ho fatto cose, mi sono sposato, vivo a Napoli e – pensa un po’ – mi sono persino laureato in comunicazione audiovisiva e scritture mediali (uno dei percorsi universitari più inutili che conosco – se potessi tornare indietro, studierei ingegneria informatica).
Scusate, non intervengo mai durante le interviste ma mi permetto di inserire una Gif dopo aver scoperto che tornasse indietro farebbe ingegneria informatica
Con la mia città ho un rapporto conflittuale perché, nonostante ne sia profondamente innamorato, non la sopporto più per via del caos cittadino e dello smog.
Però posso dirlo solo io, guai a chi me la tocca!
Amo la natura e tutto ciò che è vivo. Scrivo, leggo e canto per passione (quando riesco a ritagliarmi del tempo per farlo). Purtroppo, non sono in grado di suonare nemmeno uno strumento ma la musica mi fa sentire vivo! Sono affetto da nerdite acuta ed amo il mio lavoro. La mia moto mi accompagna da sempre e non la lascerò mai (mia moglie lo sa…). Nel tempo libero mi piace fare trekking, running, muay thai, meditazione, snorkeling e calcetto.
Odio l’inattività mentale e fisica ma, da quasi 2 anni a questa parte, sono attivo fisicamente quanto un bradipo…
Età (puoi tranquillamente bluffare o omettere)
Inutile provare a nasconderli. Tanto ci sono, si vedono e sono 35…
Film preferito
Mmm, ce ne sono diversi ma direi:
- la trilogia “Smetto quando voglio“,
- “Quinto potere”
- “Alla ricerca della felicità” (che, nonostante l’abbia visto infinite volte, mi emoziona sempre particolarmente).
Serie TV preferita
Eheheh! Anche qui ce ne sono diverse ma fra tutte direi “Fringe“.
Canzone/album/artista preferito
Somebody to Love/ Nero a metà di Pino Daniele/ Queen
Cosa reputi veramente importante nella tua vita?
La famiglia, il ragù ed il vino.
Ora veniamo al lavoro
Che lavoro fai?
Sono un Consulente SEO e Digital Marketing
Qual è stato il tuo percorso? Come sei arrivata a fare questo mestiere?
Eh, bella domanda. Devi sapere che nel 2009, facevo tutt’altro e non immaginavo nemmeno in cosa consistesse il mio attuale mestiere. All’epoca, lavoravo in una radio locale e scrivevo per dei giornali online.
Poi, per arrotondare, facevo il copy per alcune agenzie di comunicazione e per i primi marketplace di autori come Melascrivi e Scribox. E mi ricordo che ogni tanto nei briefing qualcuno iniziava ad usare il termine “seo oriented” ma non sapevano spiegare nemmeno loro cosa fosse realmente la seo.
Perciò, spinto dalla curiosità, iniziai a documentarmi su cosa diavolo ci fosse dietro questo termine. E fu proprio grazie a questa curiosità che continuai a studiare (e compresi che non avrei mai più smesso… ), imparai le basi della programmazione (linguaggi di programmazione e markup) ed iniziai a sporcarmi le mani attraverso i primi test (ed i primi errori sul campo).
Per parecchio tempo, l’ho fatto solo per passione in parallelo al mio lavoro da impiegato. Ma sentivo che non mi bastava più e questa voglia, insieme ad un evento poco felice che mi successe in quel periodo, mi spinsero a rischiare e far diventare la Seo il mio lavoro principale. E meno male!
I primi lavori furono da web master freelance e copywriter. Poi, come seo in agenzia, in azienda e, successivamente, di nuovo da freelance.
Ma alla fine ho scelto la libera professione anche se a volte è dura non avere malattia, tredicesima e ferie pagate – qui mi viene in mente Checco Zalone, nel film Quo vado, quando spiega al cacciatore della tribù africana che la tredicesima è come prendere 2 cinghiali con una freccia sola.
Non è stato facile e non lo è tutt oggi. Ma con il tempo le soddisfazioni sono arrivate ed arriveranno ancora!
Bisogna investire tanto nella propria formazione, fare davvero esperienza sul campo, sbagliare e provare a risolvere per sperare di riuscire a non commettere più gli stessi errori in futuro, entrare in contatto con i senior del settore perché da queste figure si può apprendere davvero molto (altro che corsi di formazione…), condividere tanto ed imparare a comunicare con il cliente e con il resto del team.
Da quanti anni lo fai?
Mah, non molto. Ad occhio e croce saranno 5/6 anni che lo faccio sul serio. All’inizio era solo una passione…
Per chi lavori? Hai un settore che ti piace particolarmente?
Pmi ed agenzie web. Nell’ultimo periodo ho deciso di mantenere solo un paio dei miei clienti storici perché, da quest’anno, lavorerò finalmente anche su dei progetti personali che erano da un bel po’ nel cassetto (uno di affiliation ed una startup).
Quali sono le caratteristiche che deve avere chi vuole fare il tuo mestiere?
Voglia di sporcarsi le mani, testare ed imparare; curiosità, tenacia, empatia e doti comunicative; tanta pazienza, attenzione, pensiero laterale, apertura mentale, capacità di sopportare le critiche ed usarle a proprio vantaggio; spirito di condivisione e versatilità.
Hai mai pensato di lasciare tutto ed aprire un chiringuito alle Bahamas?
Si ma poi ho scoperto che erano finiti i soldi…
Raccontaci quella volta che hai sbagliato tutto
Ehm… Ok.
Migrazione da Salesforce a Sap.
Ero molto di fretta ed il cms verso il quale migrare generava diversi path in automatico, duplicando automaticamente gli stessi prodotti in nuovi url. Cose all’ordine del giorno ma, quando sei di fretta e ti viene chiesto di preparare tutto perché si andrà live il giorno dopo, diventa tutto più difficile ed è facile sbagliare.
Infatti, vado di Seo check preliminare con Screaming Frog sulle varie pagine del sito ed estrazione custom degli sku. Controllo, sitemap, gestione dei canonical, link interni, verifico la presenza di eventuali pagine orfane, ecc. Valuto strategicamente gli url da reindirizzare (verso pagine simili, correlate e in topic) e quelli da lasciare in 404 (prodotti non più in vendita che non hanno immediati correlati o pagine con intenti informativi non più previste nel progetto perché poco incisive ed utili per l’utente).
Trovo degli errori che segnalo ai dev affinché vengano risolti prima del go live. Procedo con la mappatura e verifico quali url nel nuovo sito in staging corrispondono effettivamente ai vecchi. Poi, organizzo il file con i consueti redirect delle top pages per traffico ed autorevolezza individuate in fase iniziale.
Lo giro al cliente che a sua volta lo gira al team digital e tutto sembra procedere normalmente. Ricevo feedback e mi accingo a caricare il file csv con tutti i redirect da dare in pasto ad Akamai. Ma qualcosa è cambiato…
Vado a testare i 301 e salta fuori una sfilza infinita di 404. Ricontrollo il sito nuovo e noto con stupore che è scomparsa un’intera sezione editoriale con diverse pagine top traffic ed autorevoli che avevo previsto di mantenere nella fase strategica della migrazione.
Nel frattempo il sito è andato live… Sento il team digital del cliente e mi viene detto che hanno deciso di eliminare quella sezione. Chiedo perché e mi rispondono che “non era più in linea con il modello di business”. Preparo una mail nella quale spiego quali potrebbero essere i danni derivanti da questa scelta, specificando che non mi assumo responsabilità e finisce li.
Comunque, qualche settimana dopo, vengo contattato e mi vengono chieste spiegazioni perché il traffico organico del sito si è quasi dimezzato insieme ad un calo delle conversioni.
Recupero la mail inviata in precedenza ed invito il cliente a leggerla insieme a me.
Ci chiariamo e valutiamo come procedere. Suggerisco, ovviamente, di ripristinare l’intera sezione eliminata e poi richiedere l’indicizzazione di massa di tutte le url mancanti con Api Indexing. Quindi, seguiamo i miei suggerimenti: le pagine vengono ripristinate e date in pasto a Google che in pochi giorni le indicizza tutte.
In un mese, il sito recupera quasi tutto il traffico perso e ritornano anche le conversioni.
Quindi, alla fine, tutto risolto ma l’ansia e lo stress mi hanno portato via una decina d’anni di vita….
Ps. Ho imparato che chi va piano va sano e va lontano e colui che acconsente a tutte le scelte del cliente è un incosciente (con tanto di rima, tiè! ).
Raccontaci quella volta che, invece, tutto è filato liscio
Sito web con modello lead generation per la vendita di servizi in una nicchia con concorrenza elevata ma ricca di opportunità. Il cliente si affidava solo alla paid search, principalmente Google Adwords (all’epoca si chiamava così l’attuale Ads) e Facebook Ads.
Identificato il budget a disposizione, si parte con audit tecnica e contenutistica più analisi dei competitors e blablabla. C’è molto da fare sia lato onpage che lato content e si comincia. Ma mi diverto moltissimo perché il cliente mi da campo libero per fare anche qualche test.
E, per fortuna, fila tutto liscio. Non racconto i dettagli altrimenti vado troppo lungo.
Comunque, usando in quella nicchia (dove nessuno dei competitors era un ecommerce) una strategia basata su un modello ibrido (con negozio vetrina ed offerta dei servizi in qualità di prodotti solo visionabili ma non acquistabili direttamente) con call to action che punta ad un semplice form di contatto, la musica è cambiata dopo poche settimane.
Poi, hanno fatto il resto: la potatura di alcune pagine (con conseguente riduzione del crawl budget) e l’ottimizzazione dei link interni, l’implementazione dei dati strutturati giusti ed il passaggio ad un nuovo hosting con varnish cache e railgun.
Dopo un paio di mesi la crescita esponenziale del traffico ma soprattutto delle conversioni era sotto gli occhi di tutti. Siamo riusciti a posizionarci davanti a grossi competitors in diverse serp per intenti commerciali ed info transazionali intercettando quasi tutti utenti in target.
Poi, la ciliegina sulla torta l’abbiamo ottenuta con una campagna semestrale non manipolativa di link building.
Ed oggi, a distanza di anni, seguo ancora questo progetto ed altri di questo imprenditore che ha potuto scalare investendo anche in altre startup.
E torniamo sempre lì: pazienza e costanza sono fondamentali nel nostro lavoro. Purtroppo, però, non è sempre così facile. Non tutti sono disponibili a rischiare con dei test o magari non tutti hanno il budget per farlo. Ma, secondo me, molto dipende dal contesto e dal modo in cui comunichiamo con il cliente.
Quali sono gli aspetti più importanti del tuo lavoro
L’umiltà, anzitutto. La comunicazione con il cliente e con il team di lavoro. Cura e attenzione per i dettagli. Non dare mai nulla per scontato e non innamorarsi troppo del lavoro fatto. Ascolto, costanza e coraggio di testare nuove strade. Problem solving in caso di imprevisti (che sono sempre fuori la porta). Confronto e monitoraggio continuo. Disponibilità ma non schiavitù.
Capacità di prevedere i nuovi trend e seguire quelli stagionali con un certo anticipo.
Cosa ti piace fare nel tempo libero?
Nel tempo libero, mi piace fare tutte attività analogiche che mi tengano lontano dallo schermo di un pc o di uno smartphone: trekking, running, muay thai, meditazione, snorkeling, calcetto, canto, leggere libri rigorosamente cartacei, scrivere su carta con penna e calamaio, andare in costiera con la moto oppure semplicemente passeggiare in un parco.
Ci consiglieresti 3 libri da leggere assolutamente per il tuo lavoro
Se non mi banni per aver superato i 3, ne aggiungerei giusto qualcuno in più:
- SEO For Babies;
- Manuale di SEO Audit Avanzato;
- Local Strategy;
- Design Marketing;
- Data Driven Marketing;
- Emotion Driven Design;
- Neuromarketing e scienze cognitive per vendere di più sul web.
E 3 libri, invece, che non riguardano il lavoro?
Sono appassionato di Science Fiction e Mainstream e di un autore in particolare che, con i suoi romanzi, partiva da eventi realmente accaduti e teorie esistenti per ipotizzare universi paralleli dove le cose andavano in maniera opposta alla realtà oppure futuri possibili (e qualche volta ha sfiorato pure la realtà).
L’autore si chiamava Phil Dick e vi consiglio 2 dei suoi più bei romanzi (in realtà, sono tutti belli secondo me):
- Ubik;
- La Svastica sul Sole..
Il terzo libro, invece, è di Daniel Goleman:
- Intelligenza Emotiva.
Consigliaci 2 tool essenziali per il tuo mestiere
Inizierei con il cervello come tool da tenere sempre acceso in assoluto. Poi, Google Search Console, Google Analytics, Api Indexing, Screaming Frog con tutte le Api dei tool di terze parti collegate (che non nomino perché già siamo oltre i 2..).
Ooops, ho sforato. Meglio che mi fermi qui, allora!
Secondo te, come si evolverà il tuo mestiere nei prossimi 5 anni?
Dirò una cosa impopolare ma chi vuole fare seo oggi deve tener presente che le keyword sono l’ultima cosa da considerare. Detto questo, lo specialista di questo mestiere (vista l’evoluzione verso la quale stiamo andando con l’intelligenza artificiale di MUM) dovrà diventare una figura con diverse competenze orizzontali e poche verticali: il cosiddetto M-shape. Una sorta di Growth Hacker SEO, per dirla usando qualche supercazzola…
Cosa ti auguri per il prossimo anno?
La fine di questo incubo pandemico che dura da 2 anni…
L’ultima domanda fattela tu! Come Marzullo fatti una domanda e datti una risposta (se vuoi)
Antò ma ce sei o ce fai? Boh, che ne so. Dipende…
Come vi dicevo all’inizio Antonio è una persona super interessante che anche in questa intervista si è aperto e ci ha dato una serie di spunti che non ci basterebbe un libro per racchiuderli tutti.
Ma come sempre, cosa ci portiamo a casa?
- Per fare questo lavoro ci vuole: Voglia di sporcarsi le mani, testare ed imparare; curiosità, tenacia, empatia e doti comunicative; inoltre bisogna avere umiltà, anzitutto. La comunicazione con il cliente e con il team di lavoro. Cura e attenzione per i dettagli.
- Nel futuro, lo specialista SEO dovrà diventare una figura con diverse competenze orizzontali e poche verticali: il cosiddetto M-shape. Una sorta di Growth Hacker SEO
- Formarsi, leggere e condividere sono degli elementi importanti per Antonio
Devo dire che mi ritrovo molto in questa intervista. Vi consiglio di seguire Antonio su Linkedin https://www.linkedin.com/in/antonio-mattiacci/