A maggio 2021 vengo contattato da un editore per scrivere un racconto breve che sarebbe dovuto andare su un libro il cui ricavato sarebbe dovuto andare alla protezione civile per l’emergenza sanitaria. Purtroppo il progetto è stato poi scartato dall’editore. Quindi ho pensato che è giunto il momento di condividere con voi questo breve spaccato di vita.
Buona lettura!
Arriva per tutti quel momento della vita in cui diciamo:
"possiamo farcela, andrà tutto bene!"
Questo momento per me è il 10 Marzo 2020.
Come dite? Pandemia? Coronavirus? Macché!
CONVIVENZA!
Da qui parte la storia che voglio raccontarvi. Una storia fatta di quotidianità, sedia (scomoda) di una cucina qualunque per lavorare, divano, ciclette e tante altre cose. Iniziamo.
Io ed Anna siamo una coppia qualunque di un paesino toscano qualunque. Stiamo assieme da quasi 10 anni ed abbiamo passato i 35 anni d’età. Da qualche anno ho acquistato casa (in realtà per i prossimi 20 anni è della banca, ma questa è un’altra storia, n.d.r.) ma nessuno dei due si
era mai deciso a fare un passo verso la convivenza. Passo che ci spaventava perché legati ad una routine familiare lei ed ad una indipendenza sacrosanta io.
La pandemia ci ha spinto ad iniziare una convivenza che è coincisa con una reclusione di quasi 2 mesi. Sapete cosa vi dico? Non ci siamo tirati i piatti a vicenda e non ci siamo accoltellati alla Shining. Nessuno insomma ha esclamato
"Wendy sono a casa amore!"
La nostra vita in questi 2 mesi si è assestata, abbiamo capito che si può vivere felici anche assieme. Ci sono tanti compromessi da fare, io quando russo forte sono costretto a dormire in camerina ma non mi pesa, lei lavora come un mulo fino alle 11 di sera ed io mi concedo più
partite a Fifa di quanto non avessi immaginato.
Le giornate sono passate veloci, si lavora tutto il giorno, io da una parte della scrivania e lei dall’altra in modo da non sbirciare i monitor perché adesso lavoriamo sullo stesso tavolo di casa ma per due aziende concorrenti che non si amano troppo. Facciamo almeno 2 conference call
(come li chiamano i fighi, io che sono vecchio le chiamo ancora videochiamate) ed ovviamente siamo costretti a spostarci per evitare di sovrapporre le voci su conversazioni non nostre, si pranza, nelle belle giornate sul balconcino di casa per prendere un po’ di sole e favorire la
vitamina D che prima della pandemia non sapevo nemmeno venisse favorita dal sole e poi arriva il momento fatidico.
Lo sport in casa!
Diciamocelo, fare sport in casa è come andare ad un matrimonio, sai che dovrai farlo, non hai voglia di partecipare, ma alla fine arriva il ricco buffet.
Quindi nel mio caso, vai di ciclette, pesi e contrappesi. Qualche addominale che io credo di non avere. Sono quasi certo che alla nascita mi siano stati asportati a favore di una soffice pancia adiposa da usare come cuscino o poggia telecomando.
Anna invece più organizzata sì è comprata il palo da Pole Dance che ha montato al centro del salotto di una casa di 70mq. Quindi togli tutto altrimenti mi faccio male, metti musica TUNZ TUNZ che mi dà la carica e via, su e giù da quel palo: sit, icon, full moon, ecc. ecc.
E poi arriva il momento, quel momento che non vorresti mai arrivasse.
Ti chiede: vuoi provare a fare una figura tu?
Certo, mica faccio una brutta figura! Che ci vorrà mai? Allora ti spiega la figura più semplice e tu decidi di provarci, ti denudi, come vuole la tradizione delle pole dancer ed afferri il palo, pronto!
P R O N T O!!!
Adesso, fai così, sali su e BAM, strappo del bicipite destro e addio sogni di gloria!
Alla fine di tutto questo abbiamo capito che vivere assieme non è impossibile, ci riteniamo fortunati, ci vogliamo bene e per il futuro chissà.
Per adesso ci basta vivere!