Intervista: Orazio Tassone – Consulente SEO dal 2004

Posso dire con orgoglio che Orazio è stata la prima persona a parlarmi di SEO. Era il 2007 ed io avevo appena iniziato a lavorare in HTML.it proprio sotto la sua guida. Posso quindi affermare di aver avuto un ottimo maestro.

Uno di quelli che è cresciuto a pane, contenuti e programmazione, che non si è mai tirato indietro e che ha fatto appassionare me di una materia bellissima.

Da poco tempo ha aperto una sua agenzia che mi fa piacere sponsorizzare https://www.seot.it/

Nome e Cognome (presentati brevemente)

Orazio Tassone, calabrese, classe 1985, andato via dalla mia terra a 18 anni per studiare a Roma, dove ho vissuto 7 anni e poi a Milano, dove vivo oramai da circa 12 anni.

Età (puoi tranquillamente bluffare o omettere)

Ho già spoilerato nella risposta precedente: quasi 37 anni

Film preferito

Sai che non ho un titolo specifico!? Ultimamente mi stanno piacendo particolarmente i film di Clint Eastwood… ti direi Sully perché è uno degli ultimi che ho visto, ma se me lo chiedi tra 2 mesi potrei dirtene un altro.

Serie TV preferita

Ce ne sono un paio: La casa di carta e Lupin

Canzone/album/artista preferito

Ascolto quello che passa al momento, mi piace la novità, quindi non ne ho uno specifico.

Cosa reputi veramente importante nella tua vita?

Aggiornarmi, il lavoro, aggiornarmi, la famiglia, aggiornarmi.

Ora veniamo al lavoro

Che lavoro fai?

Dal 2004 sono un Consulente SEO, con esperienze nel tech (come programmatore), nel marketing e nel Product Management. Un mix di elementi e di competenze che mi hanno permesso di avere una visione di insieme sui progetti che ho seguito.

Qual è stato il tuo percorso? Come sei arrivato a fare questo mestiere?

Penso fosse il 2002/2003 e avevo appena pubblicato il mio primo siterello ma non ricevevo traffico, confrontandomi con quello che allora era un po’ un “amico di merende”, Giorgio Taverniti, mi segnalò il forum di HTML.it dove grandi guru come, giusto per fare qualche nome, Weppos (Simone Carletti), LowLevel (Enrico Altavilla), Enrico Ladogana, Nelli (Elena Farinelli), asdfasd (Salvatore Cariello), agoago e tanti altri stavano disquisendo su una tecnica innovativa: il SEO.

Da allora è stato amore… In questi 18 anni ho avuto lavori con vari Job Title (Developer, Project Manager, Product Manager, Product Marketing Manager) ma la mia skill migliore, quella che ho sempre sfruttato, è sempre stata quella SEO.

A livello professionale ho iniziato nel 2005, quando entrai in Ad2Sell (non esiste più) insieme a Vincenzo Lombino (Kerouac3001), dopo pochi mesi ebbi la fortuna di lavorare proprio per HTML.it, diventando admin di quel forum che mi aveva permesso di crescere, e in questi quasi anni ho lavorato per grandissimi brand come, oltre al già citato Gruppo HTML, anche ilGiornale.it e Casa.it, ottimizzato vari siti come per esempio oneBlog.it, HTML.it, PMI.it, Motori.it, Webnews.it, ilGiornale.it, Occhi della Guerra, Casa.it, AtHome.lu, ImmoRegion.fr, Ericsson e-learning e qualche altra decina di brand in Spagna, Svizzera, Lussemburgo, Germania, Gran Bretagna e ovviamente Italia.

Nel 2004 i SEO in Italia eravamo pochissimi e i nomi che ti ho fatto prima, insieme ad altra gente con cui dibattevo tutti i giorni, hanno fatto percorsi decisamente più in luce rispetto al mio; io ho sempre preferito lavorare nell’ombra fino alla fine del 2021, quando ho deciso, forse con una quindicina di anni di ritardo, di lasciare il lavoro da dipendente e aprire la mia società. Ed eccomi qua, che mi presento come Consulente SEO con quasi 20 anni di esperienza, ma con un’azienda appena nata 🙂

Da quanti anni lo fai?

Umh… nuovo spoiler, lo faccio dal 2002 ma professionalmente dal 2004/05.

Per chi lavori? Hai un settore che ti piace particolarmente?

Non c’è un settore specifico ma c’è una tipologia di siti che prediligo, cioè i classified (tutti quei siti che hanno degli annunci distribuiti in molte città). In passato ho lavorato bene anche con gli E-Commerce ed entrambe le tipologie mi piacciono perché sono ostiche (amo le sfide), devi stare attento a quello che fai poiché con decine di filtri, URL che cambiano dinamicamente, ecc, la difficoltà aumenta sensibilmente. Tipicamente quando intervengo su questi siti c’è già l’esigenza di fare pulizia, di sistemare le URL, di rivedere alcune logiche di funzionamento, ecc, insomma, c’è tanto lavoro, molto vario e questo è un fattore che amo. Invece il settore più semplice con cui ho lavorato è proprio quello editoriale, poiché hai tonnellate di contenuti, long tail che si costruiscono in modo automatico, zero complessità tecnologica e devi “solo” mantenere la barra a dritta.

Quali sono le caratteristiche che deve avere chi vuole fare il tuo mestiere?

Pazienza, umiltà, competenza tecnica, linguaggio (e competenza) da developer, linguaggio (e competenza) da marketer, umiltà e pazienza. Non l’ho ripetuto per errore, è che umiltà e pazienza, insieme a capacità espressiva e riassuntiva, servono a inizio e a fine giornata.

Hai mai pensato di lasciare tutto ed aprire un chiringuito come il milanese imbruttito?

Ho appena cambiato la mia vita, aprendo la mia società, non farmi cambiare di nuovo così velocemente… e poi questo vorrebbe dire abbandonare moglie e figli, no, non si può fare.

Raccontaci quella volta che hai sbagliato tutto

Tutto no, ma sicuramente sbagliato qualcosa sì. Ci sono un paio di aneddoti.

Il primo è ai tempi del lancio di oneBlog, ero giovanissimo, appena 21enne e mi fu affidata la gestione di questo network di blog da ideare e lanciare. Il lavoro era enorme, i tempi stretti e quindi mi affidai a chiunque per farmi dare una mano. Bisognava tirare su tutta la piattaforma, ottimizzarla (grazie a Saibal – Lorenzo Forti – facemmo una sorta di responsive in CSS quando ancora si parlava appena di Web2.0 e il responsive non esisteva), gestire la redazione, creare dei flussi di contenuto e delle procedure, insomma un lavoraccio. A 2 giorni dal lancio, in una normale revisione generale insieme al presidente della società, Massimiliano Valente, saltò fuori un post su cui ero stato poco attento. Era stato scritto da una blogstar di allora (parliamo del 2006), che aveva molto seguito, un nome pesante insomma, e fidandomi del nome non avevo controllato il contenuto. Stava per andare online qualcosa che non sarebbe nemmeno dovuto essere scritto. Il presidente chiese una generale revisione su tutto il lavoro e in mezzo a qualche centinaio di post, pronti a essere pubblicati, ne uscirono fuori un altro paio un po’ discutibili. L’esperienza mi ha insegnato a essere più scrupoloso sul controllo del lavoro e, ripensandoci oggi, oltre a farmi sorridere, penso mi sia servito tantissimo da lezione.

Il secondo più che un errore è una sorta di rimpianto, gli anni erano sempre quelli e il progetto sempre quello di oneBlog, sul quale bisognava fare un po’ di link building per la nascita di oneWoman (che sarebbe poi diventato DireDonna.it) e quindi ci serviva qualcosa di WOW. C’erano due o tre ragazze che stavano avendo un discreto successo, nulla di che ancora, avevano un blog e postavano le loro foto con vestiti addosso griffati. Le contattai e chiesi di fare una collaborazione. Una di queste aveva un nome allora sconosciuto, tale Chiara Ferragni con un blog su WP dal nome The Blonde Salad, era agli inizi ma già si vedeva perfettamente il potenziale. Per fare dei post su oneWoman.it ci chiese varie centinaia di euro a post. Totalmente insostenibile. La ringraziai e pensai che con quelle richieste avrebbe avuto difficoltà a crescere. Beh, sappiamo come è andata.

Raccontaci quella volta che, invece, tutto è filato liscio

Anche qui ci sono un paio di casi degni di nota. Il primo fu sempre ai tempi di oneBlog, ero entrato nel Gruppo HTML con un contratto di prova e nonostante il buon lancio di oneBlog ancora mi pesava l’errore fatto sui contenuti, quello di cui abbiamo già parlato, si stava avvicinando la data di fine del mio contratto (non penso che l’errore sarebbe stato decisivo, ma nella mia testa quella macchia pesava e andava lavata) e stavamo lanciando oneOpenSource che faticava a partire. Serviva qualcosa che ci permettesse di fare link building e mi misi all’opera cercando un modo. Contattai Linus Torvalds, il creatore di Linux e padre dell’Open Source, chiedendo un’intervista. Fu molto gentile e mi aggiunse su Skype, nel giro di un paio di giorni avevamo impacchettato un’intervista spettacolare, anche con l’aiuto di gente con più esperienza di me, presente in azienda. Pubblicammo l’intervista in italiano e in inglese e fu un tale successo che fummo contattati da varie parti del mondo per avere il diritto di tradurre l’intervista in altre lingue, la richiesta che facemmo fu quella di linkare il contenuto originale per avere il diritto di tradurla, arrivarono link da tutto il globo, ben oltre quello che immaginavo. Per assurdo non trovo più l’originale (oneOpenSource non esiste più) ma trovo una copia di quelle tradotte: https://picandocodigo.net/2007/entrevista-con-linus-torvalds/

Un altro caso fu qualche anno dopo, appena arrivato ne ilGiornale.it, si stava valutando il cambio di CMS e l’idea di andare totalmente in Cloud, era il 2011 e siti full cloud erano ancora pochini in giro. In un anno di lavoro cambiammo praticamente tutto e tre giorni dopo la messa online cadde il governo. Il sito toccò dei picchi mostruosi, resi possibili dal lavoro fatto. Dopo qualche mese ci furono le elezioni e ilGiornale.it fu l’unico sito di news italiane a rimanere in piedi all’inizio dello spoglio dei risultati, tutti gli altri, dal Corriere a Repubblica, andarono offline o erano difficilmente raggiungibili, mentre ilGiornale.it rimase in piedi tranquillamente grazie alla CDN. Dopo nemmeno un anno dalla messa online della nuova tecnologia, insieme alle ottimizzazioni SEO, avevamo quasi triplicato gli utenti, passando dai 200 mila al giorno fino ai quasi 600 mila al giorno. Quando andai via, nel 2017, anche grazie alla lungimiranza dell’amministratore delegato del Giornale, Andrea Pontini, e alla passione dei giornalisti per cui il SEO era diventato un mantra, gli utenti erano circa 1,5 milioni al giorno.

Quali sono gli aspetti più importanti del tuo lavoro

Te ne potrei dire a decine, ma la verità è che la differenza la fanno le persone. Se hai dei bravi developer con cui lavori, in grado di seguire le indicazioni e di mettere online ciò che si chiede, il SEO è un gioco da ragazzi. Poi è fondamentale comprendere quale sia il vero scopo del cliente, dove fa veramente business e aiutarlo a raggiungere quegli obiettivi. Vedo in giro molti miei colleghi che fanno il compitino: ottimizzano il sito, portano traffico e il loro lavoro è finito là. Un cliente via l’altro e ogni volta si replica una sorta di pattern precostituito. In realtà bisogna studiare il mercato, capire quali strade portano più clienti, comprendere dove realmente bisogna investire e quali SERP devi presidiare per convertire il traffico in reali clienti. Bisogna creare un lavoro tailor made per ogni singolo cliente, che sarà differente dal cliente precedente e da quello successivo.

Cosa ti piace fare nel tempo libero?

Tra lavoro, due splendidi bambini e la vita in generale c’è poco tempo libero, ma quando ho 10 minuti mi piace leggere.

Ci consiglieresti 3 libri da leggere assolutamente per il tuo lavoro

Ecco, per il mio lavoro non leggo libri :). Sono dell’idea che nella maggior parte dei casi i libri sono già superati. Il mio lavoro cambia continuamente e leggere un libro significa allinearsi a idee di qualche anno prima. Molto più utile seguire magazine online (searchengineland.com, searchenginejournal.com o seroundtable.com giusto per fare qualche nome tra quelli più conosciuti).

E 3 libri, invece, che non riguardano il lavoro?

Consigliaci 2 tool essenziali per il tuo mestiere

ScreamingFrog per l’analisi preliminare dei siti, Search Console, per comprendere come Google ti vede, SerpWatcher di Mangools per tracciare il posizionamento day-by-day. Inoltre c’è un progetto italiano che mi sta a cuore e che apprezzo particolarmente ed è SEOZoom di Ivano Di Biasi

(presto arriverà l'intervista a Elisa Contessotto, volto italiano di SEO Zoom Academy, n.d.r.)

Secondo te, come si evolverà il tuo mestiere nei prossimi 5 anni?

Molta più attenzione ai media rispetto a oggi. Dopo aver ottimizzato il peso dei siti, Google vorrà fare lo stesso sulle immagini e sui video, quindi credo che presto dovremo seriamente fare affidamento su WebP e su altri formati (molto più di quanto non facciamo oggi).

Inoltre è evidente come per Google sia importante comprendere il senso delle ricerche che gli utenti fanno sul proprio motore di ricerca, quindi mi aspetto che le SERP saranno totalmente differenti in base agli utenti (molto più di oggi che già presentano differenze). Credo che il lavoro del SEO sarà molto più tecnico e molto meno di analisi. E se Dio vuole verranno spazzati via i Copywriter che si professano SEO e che creano molta confusione nel mercato. Se non hai la capacità di leggere dei log del server, di ottimizzare la logica di programmazione, di comprendere cosa dice il pannello Performance di DevTools di Chrome non sei un SEO ma un ciarlatano, ma questo già oggi, non in futuro. Penso solo che in futuro sarà molto più importante.

Cosa ti auguri per il prossimo anno?

Di aver trovato altri clienti che ce n’è sempre bisogno :D. No, scherzi a parte, la mia azienda è appena nata e sto lavorando intensamente per farla crescere, ma questo è secondario rispetto alla crisi cui stiamo andando incontro. Spero vivamente che la guerra in Ucraina finisca, non solo per i poveri ucraini ma per tutto il globo, poiché dal mio piccolissimo oblò vedo che molti, troppi, fattori si stanno allineando in modo errato e una grossa crisi ci potrebbe investire, di quelle che non si vedono dall’inizio o da metà del secolo scorso, quelle che abbiamo solo assaggiato nel 2008. Ecco, per il prossimo anno spero di sbagliarmi oggi…

L’ultima domanda fattela tu! Come Marzullo fatti una domanda e datti una risposta (se vuoi)

Ahahahah, mi dai un potere immenso… Tu e Benedetto Motisi, avete pubblicamente detto che sono una delle vostre fonti di ispirazione e se fate i SEO è (anche) merito mio. Ecco, la domanda è: ne sono felice? La risposta è che vedendo dove siete arrivati ne sono orgoglioso; spero che il vostro lavoro vi soddisfi e se è così sono immensamente grato di avervi donato uno spunto (e forse un aiuto) in passato. Donare, anche inconsapevolmente, arricchisce chi dà e se voi siete soddisfatti della vostra scelta, sono “ricco” sapendo di avervi donato, nel mio piccolissimo, un’idea di lavoro o forse un’aiuto.

Come vi dicevo in apertura, Orazio è stato per me un guru della SEO quando lavoravo in HTML.it insieme a lui. Era avanti come solo le persone che hanno iniziato in quel periodo potevano fare. É grazie a lui che ho comprato il primo libro di Giorgio Taverniti ed è grazie a lui se ogni giorno mi impegno per imparare qualcosa di nuovo e sfidante.

Questa intervista quindi mi tocca personalmente perchè se negli altri casi ho intervistato persone che conosco e con cui mi confronto spesso, beh, con lui e grazie a quel primo lavoro ho capito “cosa volevo fare da grande”. Aggiungo anche che ha avuto il grande occhio di ingaggiare quel genio artistico che è Simone Savogin che non è cosa da poco.

Veniamo a cosa ci portiamo a casa da questa intervista

  • L’esperienza ha insegnato ad Orazio ad essere più scrupoloso sul controllo del lavoro
  • Nei prossimi 5 anni, per Google sarà importante comprendere il senso delle ricerche che gli utenti fanno sul proprio motore di ricerca, quindi mi aspetto che le SERP saranno totalmente differenti in base agli utenti
  • La differenza la fanno le persone. Se hai dei bravi developer con cui lavori, in grado di seguire le indicazioni e di mettere online ciò che si chiede, il SEO è un gioco da ragazzi. Poi è fondamentale comprendere quale sia il vero scopo del cliente, dove fa veramente business e aiutarlo a raggiungere quegli obiettivi.

Non mi resta che suggerirvi di seguire Orazio tramite Linkdin https://www.linkedin.com/in/oraziotassone/ e di farvi un giro sul suo sito storico https://www.pigot4.it/about-me/